Ortognatodonzia e gnatologia
L'ortognatodonzia (parola che deriva da orto=dritto + gnato=mascellari + donzia=denti ) e' la parte dell'odontoiatria che si occupa di correggere la crescita delle basi ossee e la posizione dei denti, migliorando la masticazione, la respirazione, l’estetica e la postura.
Questa scienza riscuote ormai da qualche anno un sempre crescente interesse da parte del mondo odontoiatrico.
Possono fare ortodonzia gli abilitati all'esercizio dell'odontoiatria e quindi tutti i laureati in odontoiatria o i medici chirurghi inseriti nell'albo degli odontoiatri.
L’ortognatodontista è invece un odontoiatra che ha frequentato una scuola di specializzazione in ortognatodonzia.
L’ortognatodonzia è la branca dell’odontoiatria che si occupa delle disarmonie cranio-facciali, delle malocclusioni, delle malposizioni dentarie e, più in generale, del normale funzionamento dell’apparato stomatognatico, suggerendo i mezzi terapeutici più idonei alla correzione delle eventuali anomalie presenti.
Negli ultimi tempi l’ortognatodonzia occupa un posto di rilievo nella cura delle patologie.
Fra le tante motivazioni di questa tendenza positiva vi e' senz'altro il fatto che non solo aumenta l'attenzione alle disgnazie nei bambini, ma anche gli adulti scoprono frontiere terapeutiche ritenute sino a pochi anni fa impensabili.
Si vanno poi imponendo interventi terapeutici multidisciplinari con altre branche odontoiatriche (implantologia, protesi, parodontologia ecc...); inoltre l'ortognatodonzia occupa una posizione centrale nella terapia delle disfunzioni dell'articolazione temporomandibolare (ATM).
Il concetto storico di allineamento dei denti sulle arcate dentarie è largamente superato dalle nuove concezioni di riposizionamento nello spazio delle basi ossee (mascella e mandibola) in armonia con la componente neuro-muscolare, con gli elementi dentari, con le parti molli, per ripristinare non solo la funzione masticatoria, ma anche la funzione respiratoria, la deglutizione, la fonesi, l'aspetto estetico (il cui risvolto, non va dimenticato, si ripercuote anche in campo psicologico).
Quindi l'ortognatodonzia va intesa come combinazione tra ortodonzia e ortopedia dei mascellari, il tutto in stretto rapporto con la chirurgia ortognatica e la salute della articolazione temporo-mandibolare.
Per fare una corretta diagnosi e impostare un piano di trattamento corretto, vengono esaminati i denti, la mandibola, la mascella, le articolazioni(ATM), il modo di masticare e di deglutire.
A causa di un non perfetto allineamento dei denti o di un loro insufficiente combaciamento si può instaurare una patologia dell’ATM. La sintomatologia è varia: un dolore in sede auricolare, ronzii alle orecchie, cefalea, dolori ai muscoli del collo, tensione dei muscoli masticatori, digrignamento dei denti, mal di schiena, rumori durante i movimenti di apertura e chiusura della bocca, una limitazione nell’apertura della bocca, ecc. Tutti questi sono sintomi di pertinenza della “GNATOLOGIA”.
La gnatologia è lo studio dei rapporti statici e dinamici del sistema masticatorio e dei suoi disturbi prendendo in considerazione il combaciamento dei denti (occlusione), i movimenti della mandibola e l’articolazione fra cranio e mandibola.
Le disfunzioni dell’apparato masticatorio si estendono, molto spesso, anche alla colonna vertebrale e, tramite essa, anche alle ossa iliache e agli arti inferiori. Quindi le disfunzioni della mandibola coinvolgono direttamente la colonna e la postura. I recettori posti nei muscoli e nelle cartilagini inviano informazioni ai centri superiori e quindi ai centri spinali inferiori con conseguente alterazione del movimento del tono muscolare e della postura del corpo.
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ATM e COLONNA | COLONNA | |
La postura è la posizione che il corpo assume per contrastare la forza di gravità. L’equilibrio strutturale è dovuto ad una serie di fattori, di piccoli e grandi meccanismi fisiologici che, insieme, ci permettono l’adeguata stabilità. Occhi, denti, muscoli e piedi ne sono i principali responsabili.
Osservate ora il grafico che rende evidente l’associazione tra occlusione – ossia il modo in cui i denti vengono in contatto - e la postura. La prima figura rappresenta la I classe ortodontica. Questa è la posizione occlusale considerata ottimale. Essa permette un rapporto di curve rachidee e posizione degli arti equilibrata. Gli interventi ortodontici mirano a favorire una condizione di I classe considerata, inoltre la migliore anche dal punto di vista estetico . Seguono poi la condizione di II classe occlusale in cui l’arcata superiore è più sporgente rispetto a quella inferiore, che comporta, tendenzialmente, un aumento delle curve rachidee, ed infine, la rappresentazione di una III classe, in cui l’arcata superiore è meno sviluppata di quella inferiore ed in cui è evidente un appiattimento delle curve. Sebbene questo sia uno schema, pensate per un momento alla vostra condizione o osservate quella di vostro figlio.
Se la reazione antigravitaria, detta comunemente POSTURA, è inadeguata, si instaura un’alterazione posturale. Un alterato equilibrio posturale determina una “catena lesionale”: le strutture ossee, muscolari e fasciali, attraverso un gioco di compenso, dispongono una serie di adattamenti che, a seconda dell’origine, partono dal basso verso l’alto (ascendenti) o dall’alto verso il basso (discendenti). Per “catena lesionale ascendente” si intende un’alterazione che prende origine da una disfunzione dell’appoggio podalico, della zona sacro iliaca e del rachide.
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Sport ed appoggio podalico | Piede e postura | |
La “catena lesionale discendente”, invece, ha origine dal alterazioni dell’organo vestibolo-uditivo, visivo o occlusale – ossia del contatto dei denti -, o da un’alterazione dei rapporti e dei movimenti delle ossa craniche.
In particolare il sistema stomatognatico, che comprende le ossa craniche, la mandibola, l’ATM (articolazione temporo-mandibolare), il complesso muscolo legamentoso flesso-estensorio del collo, l’osso ioide, il sistema linfatico e nervoso del collo e del capo, è considerato unitariamente una delle fonti principali delle disfunzioni “discendenti”.
Le conseguenze più comuni sono, come già accennato in precedenza: alterazioni della postura mandibolare(malocclusioni), click o scrosci mandibolari, bruxismo, sintomatologie algiche e disfuzionali come cefalee muscolo tensive, ipoacusia, nistagmi o faticabilità oculare, vertigini soggettive, cervicalgie, brachialgie, scoliosi, ipercifosi, sciatalgie nevralgie trigeminali o facciali, ecc.
Con un’accurata visita e con specifiche radiografie si può identificare il disturbo a carico dell’articolazione temporo-mandibolare, valutare la possibile causa scatenante e iniziare una terapia con un bite personalizzato che riuscirà a ristabilire il corretto movimento della mandibola.
Il paziente indossando il bite risentirà fin da subito dei suoi effetti benefici con un notevole affievolimento della sintomatologia algica tipica dei disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare. Esistono decine e decine di tipologie diverse di questi apparecchi che vanno realizzati su misura. Ognuno ha la sua specificità e le sue indicazioni. Servono inoltre per ristabilire schemi posturali perduti e quindi tutto ciò che può essere ad esso correlati.
Di seguito alcuni esempi: “Placca di Michigan”, “Ortotico di Janckelson”, ecc.
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Placca byte di Michigan | Placca di svincolo Michigan | Ortotico di Janckelson | ||
BRUXISMO: sintomi, cause e terapie
Bruxismo è un termine greco, che tradotto nell’italiano corrente significa “digrignare i denti”
La parola bruxismo definisce una particolare patologia, che va a ledere alcune parti che compongono il cavo orale, più in specifico i denti.
E’ una tra le più particolari patologie dei denti, e si ha quando il soggetto tende a sfregare gli elementi dentali tra di loro, attraverso appunto il digrignamento.
Ciò accade in situazioni come il sonno, durante il quale il soggetto non si accorge assolutamente di questo digrignamento.
Qui sta tutta la pericolosità del bruxismo.
La sensazione di dolore e la stanchezza dei muscoli facciali al mattino può far intuire qualche stranezza, ma spesso il paziente non riconduce subito questi sintomi alle particolari ed inconsce attività notturne.
Ecco perché spesso lo stadio della malattia avanza indisturbata, finché il soggetto non decide di recarsi da un medico.
Questi può accorgersi subito del particolare danno allo smalto dentale, e consigliare quindi al paziente una visita dall’Odontoiatra.
Da cosa nasce l’atto di digrignare i denti propria del bruxismo? Quali sono le sue cause e le sue conseguenze?
Il digrignare i denti viene oggi considerato all’unanimità una para-funzione, ovvero una funzione del nostro organismo che non ha reale finalità.
E’ una sorta di contrazione dei muscoli atti alla masticazione. Solitamente la contrazione ha una durata dai cinque ai dieci secondi, e viene ripetuta più di una volta durante il sonno.
Per quanto riguarda le cause il dibattito è aperto: innanzitutto si è notata una predisposizione familiare per questo avvenimento. Si parla inoltre di malformazioni mandibolari che portano problemi di mal occlusione dentale. Non si esclude poi una certa interferenza psicologica, soprattutto in casi di stress, aggressività o tensione emotiva nel paziente.
L’atto di digrignare i denti in modo frequente, porta conseguenze molto gravi agli elementi dentali. Innanzitutto scheggiature, che possono col tempo rappresentare un luogo di attecchimento e sviluppo di batteri. Poi l’alterazione della forma degli stessi. Lo smalto può venire usurato in modo molto grave, fino alla sua definitiva scomparsa: a quel punto, lo strato interno della dentina, può divenire insolitamente visibile. Se non diagnosticato in tempi brevi, l’usura può aggredire anche la dentina.
A lungo termine non è impensabile assistere alla distruzione completa del dente per via delle fratture profonde.
Può aumentare la sensibilità di denti e gengive esposte al calore o al freddo.
Altra conseguenza è la crescita del dolore durante l’apertura e la chiusura della bocca, dolore che può sfociare in cefalee o nella disarticolazione completa di mascella e mandibola (ATM).
In che modo scongiurare gli effetti nocivi del bruxismo?
In realtà non esistono approcci terapici veri e proprio a questa particolare malattia. Non ci sono quindi medicinali da assumere o interventi da fare.
La moderna Scienza Odontoiatrica è riuscita a dare comunque una risposta reale al problema. Si tratta dei byte che sono dispositivi che servono a MODIFICARE il combaciamento fra arcata dentaria mascellare e mandibolare, allo scopo di ritrovare una posizione perduta o per ricreare una possibilità di guarigione o di ricondizionamento neuro muscolare ed articolare. I byte vanno applicati prevalentemente durante le ore notturne ma a volte è necessario utilizzarli anche di giorno. I byte possono essere molli o rigidi, dipendentemente dal livello di usura dei denti del paziente. Sono un modo sicuro per evitare fratture e scheggiature dello smalto, poiché i denti non si trovano più a stretto contatto. Ogni byte viene fabbricato nei laboratori odontotecnici partendo dalle impronte dentali del paziente, precedentemente fatte dal dentista. Ciò vuol dire che ogni byte è realizzato “su misura”, creato e sviluppato a seconda della morfologia del cavo orale del paziente. La moderna tecnologia ha contribuito a migliorare la fabbricazione di byte pressoché perfetti, in grado di risolvere il problema legato allo sfregamento dei denti.
Un notevole passo avanti dunque, sia a livello diagnostico che prettamente operativo. I nuovi byte, oltre ad impedire il digrignamento, sono in grado di ripristinare il corretto allineamento delle arcate dentali. Il problema del bruxismo è un problema molto particolare. Immaginiamo un malanno “inconscio” non avvertito dal paziente, se non solo nei sintomi dolorosi al mattino.
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Come è possibile diagnosticarlo senza l’aiuto di un medico?
Il paziente, finché non si sottopone ad una tradizionale visita, non può sapere di soffrire di questa particolare malattia. L’unico aiuto possibile può arrivare da partner, coinquilini e conviventi, che si accorgono dello strano rumore prodotto dallo sfregamento dei denti durante le ore notturne.
Solo loro possono avvertire il malcapitato della situazione, che a quel punto può iniziare a pensare ad una cura. Pensiamo ai pazienti che hanno subito qualche intervento ai denti, magari l’inserimento di una protesi, di impianti o la cura di un elemento dentale da carie ecc. per loro potrebbe essere due volte più dannoso il digrignamento dei denti, poiché andrebbe a rovinare l’esito di un intervento magari ben riuscito. Il fenomeno dello sfregamento dei denti in situazioni inconsce come quelle prodotte dal sonno, è purtroppo molto più frequente di quanto si possa pensare. Si stima che circa il 20% della popolazione mondiale soffra di questo particolare disturbo notturno. Consigliamo a chiunque al risveglio avverta dei dolori alla bocca, di consultare subito il proprio dentista di fiducia, onde evitare un possibile peggioramento della situazione.
IL RUSSARE
La malposizione mandibolare, in specie il suo arretramento, accentuano i problemi della respirazione durante il sonno.
AVETE UN SONNO TRANQUILLO OPPURE RUSSATE ANCHE VOI?
Indipendentemente dal fatto che il tipico rumore notturno provocato da una persona che russa risulti fastidioso in una relazione a due, il russare non è oggi un problema raro: il 60% degli uomini e il 40% delle donne sopra i 60 anni russano.
Per i trentenni le percentuali si riducono rispettivamente a 10% e 5%. Secondo i più recenti studi scientifici sulla questione, il russare comporterebbe, per le persone più mature, un rischio non indifferente per la salute in generale.
Si è potuto inoltre dimostrare che questo tipo di disturbo può addirittura ridurre di anni la longevità della persona.
LE DUE DIVERSE FORME DEL RUSSARE
Il disturbo del russare senza sospensione della respirazione (apnea) è certamente fastidioso, ma non dannoso. Il sonno ritenuto "dannoso" è invece caratterizzato da temporanee sospensioni della respirazione seguite da rantoli o forti russamenti di ripresa respiratoria.
LE CAUSE DEL RUSSARE
Il fastidioso rumore del russare è causato da una vibrazione della muscolatura temporaneamente rilassata nelle alte vie respiratorie: le parti molli del palato e le mucose della cavità orofaringea vibrano. La muscolatura della lingua nel sonno si rilassa completamente all'indietro nella faringe, occludendola per alcuni secondi: queto provoca una sospensione della respirazione. Nelle persone in sovrappeso, siano esse uomino o donne, anche giovani, i depositi adiposi provocano un restringimento delle vie respiratorie. Le conseguenze sono:
Ostruzione delle vie respiratorie durante il sonno a causa del rilassamento della lingua (1) e del palato molle (2)
La somministrazione di determinati medicinali (compresi i sonniferi e tranquillanti) e il consumo di cibi troppo grassi o alcolici nelle ore serali, aggravano, di fatto, il disturbo.
Quando il disturbo del russare non risulta dannoso per la salute, l'odontoiatra può intervenire con un "apparecchio anti-rumore" : si tratta di uno strumento del tutto simile ad un apparecchio ortodontico individuale.
Esso assolve il compito di spostare in avanti la mandibola e la lingua. Grazie a questo movimento la cavità faringea viene aperta, permettendo di normalizzare la respirazione.
Apparecchio anti russamento, esso provoca un lieve spostamento in avanti della mandibola e della lingua, liberando così le vie respiratorie